Cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale, integra due forme di terapia:
– La psicoterapia comportamentale: è mirata a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona ha in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di reazione.
– La psicoterapia cognitiva: promuove l’individuazione di pensieri ricorrenti e schemi mentali e comportamentali ripetitivi, che sono correlati a e persistenti emozioni negative.
Insegna a correggere tali schemi disfunzionali promuovendo modalità alternativi di pensiero, azione ed emozioni conseguenti.
La psicoterapia cognitivo comportamentale si avvale di tecniche di condizionamento o decondizionamento sperimentalmente validate, allo scopo di modificare le risposte emozionali e gli schemi disadattivi, in modo da sostituirli con nuovi schemi più adattivi.
Alcune “sottoscuole” enfatizzano maggiormente gli aspetti comportamentali, altre quelli più cognitivi. In Italia, le prime appartengono al raggruppamento delle scuole AIAMC, le seconde alla SITCC.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale integra concetti eterogenei fra loro provenienti da approcci diversi appartenenti a periodi storici differenti.
Il cognitivismo in particolare si è sviluppato negli anni sessanta. Principali riferimenti teorici sono le opere di Alber Ellis e A.T. Beck.
Il comportamentismo èuna prospettiva teorica sviluppata agli inizi del ventesimo secolo grazie agli studi di John B. Watson e I.P. Pavlov.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è sostenuta da prove di efficacia e validità secondo la “Evidence Based Medicine”. La letteratura scientifica internazionale ha affermato che l’approccio cognitivo-comportamentale risulta essere il più efficace per i disturbi d’ansia, con particolare riferimento al disturbo d’attacco di panico, fobico, ossessivo compulsivo, disturbi dell’umore, alimentari, psicosomatici, sessuali, disturbi dell’età evolutiva e disturbi di personalità, anche più dei trattamenti di tipo farmacologico.