Testimonianze
Chiara, 36 anni
Chiara Stoppa, nota attrice teatrale, ha integrato le cure mediche con quelle psicologiche, seguendo presso il Centro Studi P.I.I.E.C il percorso psicoterapeutico specifico di psiconcologia che, in base alle linee guida pubblicate da E.Faretta, integra il metodo EMDR con altre tecniche evidence based.
A distanza di ormai 9 anni dalla diagnosi infausta che le aveva dato sei mesi di vita è presente in vari teatri d’Italia con il suo spettacolo “Il Ritratto della Salute” e in questo articolo intitolato “Vi racconto come ho vinto la Malattia“ si racconta.
Qui di seguito si propone anche l’intervista di Chiara Stoppa alle Invasioni Barbariche:Intervista Chiara Stoppa
Aurora, 65 anni
28/02/2015
Cosa mi ha insegnato la malattia?
Che cosa ho fatto per trasformare la malattia in opportunità?
Può una malattia/evento come il cancro insegnare qualcosa?
Se puoi parlarne dopo certamente sì!
“Banalità, come la vita è preziosa, è inutile perderne anche un attimo” è facile capirlo. Meno facile è farlo capire a chi ti sta vicino e non ha avuto il cancro!
La malattia mi ha insegnato la fragilità e la paura totalizzante, ma anche il modo per difendermi, mi ha insegnato, o meglio sto imparando, ad accogliere in me, ad assorbire le emozioni, a dominare l’allarme e poi con “calma” (la parola per me è importante) a lasciarle andare, dando loro il giusto peso. Le parole dette a voce alta a me stessa possono arginare la paura dentro. A mettere un freno all’angoscia. Le metti dentro con il respiro e diventano te.
La malattia mi ha insegnato a resistere, con uno sforzo di volontà al canto delle Sirena del lasciarsi andare, che è più facile; una tentazione passata che sento di non potermi più permettere.
Mi ha insegnato a cercare un luogo sicuro dentro di me, e da lì, come un naufrago approdato in un porto sicuro, ricostruirmi la vita in un luogo nuovo, guardandomi intorno in una realtà diversa, con un diverso senso del futuro.
Mi ha insegnato che il cancro può uccidere ma, un disagio, un trauma non risolto uccide lo stesso lentamente te e le persone che ti stanno vicine e potrebbe essere la causa stessa della malattia.
Da qui, scegliere l’opportunità di guardarsi fino in fondo e di capire da dove cominciare a ricostruire il passato per costruire io futuro.
Ho imparato, e ho sfruttato questa opportunità, a scrivere il mio disagio e lo sfogo che è diventato un’abitudine, mi ha aiutata a tirare fuori la paura, a guardarla e rimetterla dentro di me, ripulita dall’angoscia. È stato ed è tutt’ora un buon esercizio, come imparare a fare connessioni tra il mio passato di “disagio” e la malattia: è stato lo Sforzo più grande.
Raccogliere i fili abbandonati di me stessa per cerare di farne… un gomitolo!
Magari coloratissimo!!
È il mio lavoro di adesso.
Aurora